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Articoli con tag “Borderline

il bello della diretta

Come sa chiunque operi nei media, lavorare alla realizzazione del tg o programmi in diretta è molto interessante.

Quando lavoravo a Sinners e agli altri format che Cinecittà Entertainment realizzava per SKY, stavo senz’altro scrivendo alcune delle pagine più interessanti del mio curriculum, ma mancavo di quell’approccio “in campo aperto” che è invece linfa vitale per chi lavora in televisione.

La raccolta delle notizie, la definizione delle scalette e della timeline, la messa a punto dello studio, sono solo alcune delle attività che si muovono dietro ad un notiziario, simile ad un’affollata officina.

Trovo che esperienze come queste non possano mancare nel cammino di chi fa televisione.


Settanta… ma non li dimostra!

Sabato prossimo Cinecittà compie settant’anni.

Formulare alla fabbrica dei sogni i migliori auguri per il suo 70° genetliaco ci riempie di gioia e – consentite – una punta di orgoglio.

Quando entrai a Cinecittà la prima volta era il dicembre 1996, andavo a vedere la mostra sui cento anni del cinema.

Un segno del destino. Pochi anni dopo tornavo in via Tuscolana 1055 per lavorarvi…

Ero emozionato come uno scolaretto. Mi ero vestito di tutto punto, come nemmeno Lord Brummel alla prima comunione, tant’è che qualcuno, non ricordo bene chi, mi disse: “Ma ‘ndo devi anna’? Me pare de sta’ in banca pe’ fa’ ‘n mutuo!”

Se fai il montatore, o l’operatore di ripresa ti devi vestire per forza in modo informale, sennò non avresti la necessaria libertà nei movimenti.   Quando diventi produttore o dirigente, ti puoi mettere in tiro. I redattori, i programmisti, i registi, gli autori seguono declinazioni intermedie, spesso soggettive.

Lavoravo in modo alacre, con abnegazione e disciplina, e arrivai ben presto a conquistarmi la fiducia di colleghi e superiori.

La prima grande soddisfazione fu Sinners. “La mia anima è un tempio sacrilego, in cui le campane del peccato, riottose e perverse, suonano all’infinito…” Mi pare ancora di udire quella frase, attribuibile non ricordo più a chi, che era praticamente lo slogan della trasmissione. Quanti ricordi! Le interviste scalettate fino alle due di notte, i colleghi rimasti imbottigliati nel traffico con gli speaker che li aspettavano imprecando in sumero, le scalette da cambiare all’ultimo momento…

Sulle rotte del cinema, Non aprite quella porta, Borderline, Be Fool, con tanto di comparsata fuori programma al fianco di Barbara Bouchet…

Già, le comparse… Riuscireste mai a immaginare frotte di esseri umani vestiti da cittadini dell’antica Roma, pagare un cappuccino e un cornetto? È difficile, lo so. Anche perché, per poter pagare quel cappuccino e quel cornetto, i disgraziati erano costretti a portarsi il marsupio sotto la toga.

Era delizioso, un gusto postmoderno per le contaminazioni di epoche diverse.

Contaminazioni che ho capito poco erano, invece, i graffiti realizzati da qualche sconosciuto lungo le recinzioni esterne degli Studios, contestualmente alla nascita di Cinecittà Campus. Non sono ancora riuscito a sapere se fossero opera di un creativo tra il balordo e il naïf o di un semplice teppista.

Ma torniamo a noi.

Oggi devo fare gli auguri all’azienda che tanto ha rappresentato nel mio cammino professionale.

E, nel compiere tale graditissimo compito, mi permetto una proposta, che spero possa piacere a qualcuno.

Appena dopo l’ingresso di Cinecittà, un grande prato circolare sorride a chi entra e, in primavera, profuma spesso di erba tagliata di fresco.

Perché non creare, al centro del prato, un monumento che raffiguri la Fontana di Trevi, così come immortalata ne La Dolce Vita, con tanto di Marcello e Anitona che lo invita a raggiungerla in mezzo alle acque? Giusto un po’ d’attualizzazione… che so… un qualche effetto speciale che proietti nelle acque della fontana la storia del cinema italiano, o un nastro di celluloide fatto di plasma che riproduca i volti dei divi, le tappe salienti della nostra storia cinematografica…

A me sembra carina, come idea. In alternativa, la si potrebbe realizzare all’esterno degli studi, nel prato su cui veglia il colosso di Ben Hur…

Solo che poi… i teppisti chi li ferma?