now available at http://pasqualecuratola.altervista.org

Articoli con tag “malattia mentale

Si può fare. Stasera, alle 21.10

È bello quando un film racconta storie che migliorano il mondo.
E tenta forse, esso stesso, di migliorarlo.
Questa sera arriva sugli schermi di Canale 5 “Si può fare” (di Giulio Manfredonia, 2008).
Narra la storia vera di Nello (Claudio Bisio) che, dopo essersi occupato di marketing, scrivendo finanche un libro, deve confrontarsi con il mondo della malattia mentale.
Conosce la “Cooperativa 180”, creata per accogliere quanti, in seguito alla legge Basaglia, sono stati allontanati dai manicomi.
Nello si sforza di ascoltarli e seguirli con la maggiore attenzione possibile, sforzandosi di capirli e valorizzare le loro potenzialità.
Viene avviata un’attività artigianale, quella dei posatori di parquet, e si comincia a definire l’organigramma (c’è chi si candida come direttore…).
La prima esperienza non è proprio esaltante ma alla seconda, in un atelier d’alta moda, Luca e Gigio (Giovanni Calcagno e Andrea Bosca) fanno sapiente uso di una genialità mai sopita e creano una stella usando solo scarti di materiale rimasto.
Questo consente loro di proseguire il cammino con passo sicuro, superando le difficoltà e ottenendo riscontri sempre migliori.
Si spostano ad altra sede.
Gigio però, in seguito ad una cocente delusione infertagli da Caterina (Maria Rosaria Russo) si uccide. Il sogno, ciò nonostante, continua. Si realizza che lo stato psichico dei pazienti è migliorato in virtù dell’attività lavorativa e si arriva perfino a Parigi, per decorarne la metropolitana. 
“Si può fare” ha ottenuto innumerevoli riconoscimenti: (altro…)

letture pasquali

 Se non l’avete ancora fatto, dovete assolutamente leggere

L’IDIOTA

di Fëdor Michailovič Dostoevskij

Nelle pagine dello scrittore russo troverete una prosa elegante, che proietta in un mondo in cui i sentimenti e la nobiltà d’animo del protagonista riescono ad affiorare anche nella mediocrità, nel cinismo e nel calcolo di chi gli sta intorno.

Vi stupirete di una persona assolutamente incapace di fare ma anche di concepire il male. Talvolta anche di riconoscerlo.


una sconfinata cinefilia

Mi dedico oggi ad alcune news sulla settima arte.

Esce oggi nelle sale “Una sconfinata giovinezza“, ultimo lavoro di Pupi Avati. La cinematografia del Maestro bolognese è una garanzia di stile, classe, poesia e quest’ultima opera non deluderà certo le aspettative.
“Una sconfinata giovinezza” tocca il mondo dell’Alzheimer, patologia della quale so qualcosa (ricordate
il mio post su Serendippo?). Protagonisti del film Lino Settembre e Chicca, giornalista sportivo e professoressa di Filologia romanza. I due sono sposati da molti anni ma la loro unione non è stata arricchita da prole, a dispetto di quanto avviene invece nella famiglia d’origine di lei, dove ci si riproduce a ritmo serrato.
A fungere da prole per Chicca dovrà essere proprio Lino, a causa di una demenza degenerativa (l’Alzheimer, appunto) che lo fa retrocedere nella lucidità e tornare bambino.

 

 


Sindromi

Tra tutte le patologie bizzarre che riguardano l’animo umano nelle sue infinite fenomenologie, tre sono particolarmente curiose:

  1. la sindrome del barone di Münchausen, patologia di chi è convinto di avere vissuto avventure pazzesche senza che sia vero. Il mio terrore è che alcuni di voi pensino che ne sia affetto io, con riguardo a quanto raccontato in questo blog, magari su Mr. D, ma purtroppo posso assicurarvi che non ho mai inventato alcunché, a limite ho solo infierito nella resa letteraria del tutto;
  2. la sindrome di Stoccolma, che affligge i sequestrati che finiscono con l’innamorarsi del sequestratore;
  3. la sindrome di Tourette, patologia  credo assimilabile alla cd coprolalìa, che consiste nel proferire parolacce irripetibili a ritmo continuo, senza riuscire a fermarsi, tanto che anche il più becero degli scaricatori di porto vorrebbe sparire sottoterra.

Voi quali altre patologie conoscete?

<!– –>


Serendippo

Cari,

negli Stati Uniti e, un po’, anche in Italia, si fa un gran parlare della cd serendippidity.

A detta del prof con cui sostenni l’esame di psicologia cognitiva quand’ero giovane (Maria Antonietta era già stata ghigliottinata), tale serendippidity sarebbe, tra l’altro, il miglior modo possibile per tener lontano l’Alzheimer (il secondo miglior modo è mangiare molte arance).

Serendippo veniva considerato l’uomo più saggio della Terra. Sentendosi in punto di morte, disse ai tre figli che avrebbe lasciato la sua eredità a chi dei tre fosse riuscito a trovare la cosa più stupefacente del mondo.

I tre partirono da casa ma, dopo un anno, si rincontrarono nel deserto. Proseguirono insieme.

Li raggiunse una carovana. Il capo della detta carovana chiese loro se avessero notizie di qualcuno passato di recente nei paraggi.

“Sì – disse il primo dei figli – ed era a bordo di un cammello!”

“Sì – aggiunse il secondo – ed era una donna incinta!”

“E il cammello aveva denti cariati!”, concluse il terzo.

“Arrestateli!”, tuonò il capocarovana.

Condotti di fronte al re, i tre seppero dimostrare che non avevano nemmeno visto la donna, né tantomeno rapita o uccisa.

“Io non ho visto la donna, ma qui vicino c’è un’oasi, con delle orme di cammello!”, spiegò il primo.

“Accanto alle orme del cammello ci sono quelle di un essere che può esser sceso dal cammello solo come una donna in gravidanza può fare!”, chiarì il secondo.

“E nell’oasi ci sono foglie brucate in modo discontinuo, come se a brucarle fosse stato un animale con denti cariati!”, concluse il terzo.

Il re scoppiò a ridere: “Signori, questi non sono tre briganti, ma tre geni!”

 QUESTA STORIELLA NON VA IMPARATA A MEMORIA,

ma ogni volta che la si racconta vanno rivissuti i passaggi logici.

Credetemi, diventerete dei veri… Serendippo of the future!