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scuola università e istruzione

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la società nasce dalla scuola

o è la scuola che nasce dalla società?

vignetta di Antonio Petruccelli su Facebook


spunti di riflessione

SE INCONTRI UN UOMO DI SINISTRA,

VERIFICA CHE LA SUA NON SIA FALSA UGUAGLIANZA.

SE INCONTRI UN UOMO DI CENTRO,

VERIFICA CHE NON DICA DI CREDERE IN DIO SOL PERCHÉ NON HA ALTRO DI CUI PARLARE.

SE INCONTRI UN UOMO DI DESTRA,

VERIFICA CHE NON SI SENTA UN DIO EGLI STESSO.

Giuseppe Garibaldi, 
per bocca dell’attore Emanuele Montagna

nell’ambito del convegno

 “1861 – 2011

UNITÀ D’ITALIA

DOPO 150 ANNI

PER RESTARE INSIEME”

Reggio Calabria

18 giugno 2011


la pioggia (d’Agnese) nel pineto

La cara Agnese, Pasqual friend da alcuni anni nonché motivata  insegnante d’italiano e latino, ha messo mano all’immortale ‘Pioggia nel pineto’ del Vate D’Annunzio e ne ha ricavato un’attuale, quanto insolita rivisitazione:

Piove…sulle relazioni finali,

sui programmi stanchi,

sui nostri fianchi piegati a far medie…

e che medie…

e piove sulle sedie…

consunte dalle ossa stanche a corregger prove temi versioni...

che…coj…oti che ululano da lontano…

sembra inverno…

sembra eterno questo inverno…

e piove…

sulle penne rosse,

sui voti (silvani?)

sulle nostre mani callose …

piove su tutte le cose…

© Agnese M., 2011


repetita iuvant

L’amore per la Patria passa anche attraverso la difesa della lingua.

Capita non di rado di leggere, vedere o ascoltare gravi imprecisioni, errori e imperdonabili solecismi commessi da imberbi ragazzetti ma anche da persone che dovrebbero avere buona cultura (dell’ignoranza in altre discipline, ad esempio la storia, si tratterà forse in altra sede).

La professoressa Paola Mastrocola (autrice di Togliamo il disturbo. Saggio sulla libertà di non studiare, Guanda) denuncia che oggi esistono laureati che non sanno scrivere ”non ce n’è” ed è capitato anche a me di vedere un “ce l’ho fatta” scritto in modo sbagliato (che vi risparmio).

Per non parlare, poi, di accenti e apostrofi! Una volta, alle elementari si studiavano perfino delle filastrocche per ricordare quando l’accento va o non va messo (fu, tre, re, me, no, so, va, sta, fa, vo, sto, fo* mai e poi mai accenterò!, per citarne una). Si scrive “come va?”, “come sta?”, non altrimenti!

La regola aurea è che l’accento va evitato su tutti i monosillabi, a meno che non si generino rischi di fraintendimento (l’accento sulla è si mette per distinguere la terza persona del verbo essere dalla congiunzione, su per distinguere l’avverbio di luogo dall’articolo, su per distinguere l’avverbio con cui rispondiamo positivamente ad una domanda dalla particella pronominale, su quando è pronome e non congiunzione, su per distinguere il verbo dalla preposizione, ma non è necessario in moltissimi altri casi, come su qui e qua, per esempio!).

Per ricordare quando mettere l’accento grave sarà sufficiente ricordare la è (al maiuscolo È) del verbo essere, la congiunzione cioè, le bevande e caffè, le parole bebè, lacchè, piè, bignè, i nomi propri Mosè, Noè, Salomè, Giosuè. L’esclamazione ahimè è registrata con l’accento grave da molti dizionari però alcuni obiettano che la e finale è chiusa e meriterebbe pertanto l’accento acuto.

Si scrivono con l’accento acuto perché, poiché, benché e tutte le altre parole che finiscono con la e tonica.

* fo è la forma arcaica, toscaneggiante, per faccio,

vo per vado

(rileggi Il parlare onesto)


i bambini e (il giorno del)la memoria

La speranza in un mondo migliore passa sempre attraverso le nuove  generazioni.

Oggi, Giorno della Memoria, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano premierà gli alunni delle classi IV A/B del III circolo didattico “G. Mazzini” di Bari, che hanno realizzato il cartone animato vincitore del concorso nazionale “I Giovani ricordano la Shoah”.

I bambini, guidati dalle maestre  Domenica Danisi e  Rosa De Feo hanno fatto prima una ricerca di carattere storico, poi hanno creato un diario, disegnato le scene e inserito foto, immagini e documenti, animando il tutto con il sofware “I cartoon” e dando voce ai personaggi con dialoghi scritti da loro.

Nel racconto si narra la storia di un giovane di Ferrara, “Franco S.”, deportato prima a Fossoli e poi a Buchenwald.

Un'immagine del cartone animato

click on the picture for video


un nome, una garanzia

Gradevole e istruttivo.

Lo farei adottare in tutte le scuole medie o al biennio delle superiori.


I compiti delle vacanze

Ho accolto positivamente la notizia dell’apertura di alcune scuole milanesi anche durante le vacanze di Natale.
Che dipenda o meno dalle situazioni familiari o dalla recessione, si tradurrà in un beneficio per i bambini, che impegneranno il loro tempo in modo produttivo e non correranno il rischio di dimenticare i contenuti.
Desidero, anzi, fare qualche riflessione in più.
Secondo me, quando si è rimasti a casa i giorni effettivamente rossi sul calendario, è sufficente.
Quei quindici giorni di assenza da scuola erano il terrore dei professori, che si prodigavano ad assegnare le “versioncine” o le “equazioncine” per tenersi allenati, nel terrore che le festività potessero rimuovere quanto appreso. E noi, poveri disgraziati, con una fetta di panettone in una mano e la penna nell’altra, attendevamo a quei mestieri con obbedienza e abnegazione (pazienza per le briciole…). Non raccontatelo in giro ma un anno, mi pare in quarta ginnasio, arrivai a fare le vacanze portandomi in valigia i pesantissimi vocabolari di greco e di latino.
Se c’è da fare la settimana bianca o la vacanza con tutta la famiglia al completo, passi. Ma stare a scuola è comunque largamente preferibile ad un vuoto maleorganizzato, anche lavorando a ritmi più leggeri. Tanto più che, al ritorno dalle vacanze, si avvicina la fine del quadrimestre.
Sto per dire che anche in ambito lavorativo le vacanze dovrebbero essere limitate alle festività effettivamente comandate, con possibilità di ferie per chi vuole effettivamente prendersele.
Credo che l’economia tutta ne guadagnerebbe.


primi giorni di scuola…

La LXVII Mostra internazionale del cinema di Venezia non ha offerto riscontri particolarmente lusinghieri al nostro cinema, a meno che non ci si voglia accontentare de Il sangue verde,  di Andrea Segre, cha ha ottenuto il premio CinemaDoc alle Giornate degli autori.
Né sembra particolarmente consolante il grido di dolore che si leva da molti lavoratori della scuola, vittime dell’incubo del precariato.
Non entro nello specifico di questo argomento ma sulla riforma vorrei esprimere un plauso e una perplessità:
Plauso: è bello che alcuni indirizzi di scuola superiore prevedano lo studio delle Tecniche di comunicazione, del Marketing, delle Relazioni internazionali, fornendo ai ragazzi alcuni strumenti ai quali prima si accedeva solo studiandoli all’università.
Perplessità: dove verranno presi i professori in grado di insegnare Storia o Matematica in inglese? Si pretenderà tale performance dagli abilitati in Storia che parlicchiano in inglese, con esiti magari maccheronici? Si pretenderà che questi ultimi si abilitino anche alla lingua di Chaucer? O si pescherà tra i madrelingua di stanza in Italia, che la laurea in Storia l’hanno presa all’estero?

Consoliamoci, suvvia, con questa sigla anni ’80:

 

Io il cartone lo guardavo su Italia 1, si badi…


Milan per la scuola

È bello quando il calcio depone i colori del fanatismo e riscopre la sua funzione di palestra di valori.

Ieri ha avuto luogo a Milanello la conferenza stampa di

 “Milan per la scuola. Tutti i colori del gioco”,

un progetto che, assieme a numerosi altri, testimonia e concretizza una sensibilità mai sopita nei confronti degli aspetti educativi dello sport (click on the picture for details).
A
presentare l’iniziativa Adriano Galliani, Vice Presidente Vicario e Amministratore Delegato del Milan, Laura Masi, Direttore Marketing del Club, Winand Krawinkel, Direttore Marketing di adidas Italia e Fabio Guadagnini, Direttore SKY Sport 24  (SKY e adidas sono i partner tecnici dell’iniziativa, realizzata in collaborazione con La Fabbrica, agenzia di comunicazione specializzata in iniziative educational per grandi aziende e istituzioni, e patrocinata da Fondazione Milan, istituzione che promuove i diritti fondamentali della persona e diffonde la cultura e la pratica dell’attività sportiva come mezzo finalizzato alla salute psicofisica, all’integrazione e al miglioramento della qualità della vita).

Il numero 22 del team rossonero, Kaká, ha svolto funzione di testimonial, dimostrando come i valori suoi e dei suoi compagni di squadra possano essere sicura garanzia del successo dell’iniziativa.

Il goleador ha inoltre risposto, con simpatia e disponibilità, alle domande che i bambini (ma non solo!) interessati all’iniziativa gli hanno formulato, intervistati nelle loro scuole.

aggiornamento: Il 1° agosto 2009 il direttore di SKY Sport 24 è diventato Massimo Corcione, proveniente da Mediaset. Fabio Guadagnini è ora direttore di SKY Sport.


la notte della civetta

La civetta, animale sacro della dea Athena, è da sempre simbolo d’Intelligenza e Istruzione.

Qualcuno ha detto che è solita volare sul far della sera.

In alcuni momenti della storia, quando la luce della Ragione ha squarciato le tenebre dell’ignoranza, ha volato con fierezza, compiendo suberbe evoluzioni in cielo.

Ma il dibattito sull’istruzione in questi giorni è decisamente aspro.

Si parla di “scuola ammortizzatore sociale”, di “blocco del turn over”, di epurazione etnica dei “fannulloni”.

Si legge (Panorama della scorsa settimana, ad esempio) di atenei indebitati che foraggiano aziende agroalimentari, assumono al di là del possibile, aprono sedi succursali non necessarie e gestiscono corsi di laurea per 1 o addirittura 0 iscritti.

Si teme per il diritto allo studio, all’istruzione pubblica, alla promozione sociale.

Si combatte per la dignità del posto di lavoro, per il riconoscimento della propria missione sociale, contro lo spettro di un riposizionamento lavorativo difficile (andiamo, cosa può fare un laureato in Lettere di quarant’anni, se non insegnare?).

Ricordo che anche i miei professori delle medie, illo tempore, temevano i decreti “mangiaclassi”, c’erano scioperi e manifestazioni.

Stavolta, però, le istanze relative all’istruzione si sono mescolate ai problemi di un intero sistema sociale, e la lucidità del dialogo si è persa nella confusione degli interessi e nel rumore delle piazze.

La civetta, credo, è rannicchiata nel suo nido, tremolante e impaurita, forse anche disgustata…


la meglio gioventù

Il prossimo post con consigli vacanzierculturali verrà editato al più presto.

Per il momento vogliate gradire alcune chicche dagli esami di Stato, che ci dimostrano in quali mani è il futuro dell’umanità (fortuna che nel 2036 è previsto il passaggio di tale Apophis, asteroide dei più perniciosi, che dovrebbe distruggere il pianeta…):

1)  “l’adolescienza è un periodo problematico, si formano i testicoli, nascono le polluzioni notturne…”
(me l’ha raccontato un prof che faceva esami in una scuola parificata, di quelle che rilasciano titoli ai desperados…);

2) frase latina “Milites cupidi sanguine ante proelio indutias fecerunt”. Traduzione del latinista in erba: “I soldati, affamati prima della battaglia, si fecero un sanguinaccio”;

3) frase latina “Mutatis mutandis” = “Cambiatevi le mutande!”

4) “Forze, con il trascorrere degli anni, i cardini del pensiero politico di Mazzini verranno seguiti e ci sarà una Repubblica basata sull’ideologia del patriota italiano,ma fino ad all’ora (sic!),il pensiero mazziniano rimarrà soltanto un sogno utopico” (me lo riporta una cara amica, prof di italiano);

5) “poi c’è la migrazione di chi lascia la madre-terra per vivere altrove: una volta questa qualità era degli uccelli ora è degli uomini” (medesima fonte).

APOPHIS, SBRIGATI…


decisioni…

Il governo ha preso decisioni importanti riguardo la sicurezza e l’economia. Tra le tante curiosità che nutro in questo periodo, c’è anche quella di sapere come si comporterà il ministro Mariastella Gelmini riguardo ai provvedimenti che l’on. Mussi aveva preso sulla ridefinizione delle classi di laurea. Lascerà quelle uscite dalle recente riforma o si tornerà all’era Moratti?

O, ancora meglio, ci sarà un ulteriore rimpasto? *

Sempre a proposito d’istruzione, leggo su Repubblica.it che è già partito il “toto – tema” per gli esami di maturità.

A proposito di ministri, invece, Panorama.it presenta “L’evoluzione di Mara Carfagna”

*aggiornamento a giugno 2008: trovo risposta sul sito del Ministero


W la scuola!

Durante le vacanze, tra le altre cose, ho messo un po’ in ordine il mio pensiero pedagogico e didattico. (altro…)


e tornai a riveder le stelle…

Ancora a proposito di Dante, è con qualche emozione che resuscito per voi un articolo scritto dalla mia modesta persona sul giornale del liceo, dodici anni fa. Sniff! Al rinvenimento della pergamena originale, ormai ingiallita dal tempo, ho a stento trattenuto la commozione…

E tornai a riveder le stelle

A un quinto del cammin di nostra vita

fuoriuscii da quella selva oscura

in cui l’anima mia s’era smarrita!

Ahi, come gioir è cosa dura

per chi si pasce di quel dolce cibo

che ognor si chiamò come cultura!

Tanto è amaro che poco più è morte

– più o men disse lo collega fiorentino-

ma per trattar di ciò ch’i vi trovai

dirò cosa m’accadde un bel mattino.

Provenivo da quel luogo maledetto

ove da tempo governato stavo,

né il desio del mio bel letto

contenevo nel mio cuore ignavo.

Vidi le spalle del bidello

già vestito, come ora si conviene (1)

a chi mena, senza nulla speme,

chi va cercando il ben dell’intelletto.

Tra questi era io, e al pargoletto

che trovai meco, chiesi con diletto:

“Ove ti meni, o anima dannata

che sì tanto lagni nel tuo avello

che parmi Alichino o Farfarello?”

Ei, compresomi qual ero, in vero un folle,

“Allontanati! – mi disse – o tratterotti male,

quant’è ver che di nome fai Pasquale!”

Io, che per la città del voto mi movevo,

vivo, ancor per poco, compresi un lamento

di pulzella, o di creatura di questa meno bella

e mi ritrovai per una spelonca oscura che,

l’ sapevo, diverria prigionatura!

Ero nato a viver come bruto

o per seguir virtute e canoscenza?

Solo speravo che la mia vita

non fosse né gramigna e manco ortica,

ma virgulto fertile e soave,

atto a fuggir le cose prave!

Tre volte sollevai lo mento in suso e, tutte, ritrovai

lo dolce viso di chi costantemente s’adoprava

a fare uscir – è presto detto –

quel che rende virtuoso un giovinetto!

Vidi demoni, lombrichi, vari guai ma,

cosa che tutte soverchia,

un mostro di pelle alquanto racchia!

Quando vidi tre facce a la sua testa,

sgomento mi ritrassi,

e iniziai ad avviare corsa lesta!

Il primo volto era quello di un felino,

screziato, voluttuoso, leopardino,

il secondo un’aquila rapace,

che roteava sue orbite nefande,

da cui principiava un fuoco atroce,

il terzo una vipera sorniona che,

bifida la lingua distorceva

e avvelenava qualunque cosa buona!

Ahi come sa di cosa dura ferirsi

ne le piaghe di coscienza

da quei che, al fin de la demenza,

la vita con lo studio morta fanno!

Sed i’avessi incontrato Cacciaguida,

ei avria detto a me il dì natale

de le tre fiere o l‘fatal viaggio

che in Moravia (2) trassemi col gregge

che sventura portò a quelle piagge.

O, ancora, del destinato giorno

in cui lasciato avria il regno ribelle

e tornato saria a riveder le stelle!

Note: (1)i bidelli quell’anno cambiarono divisa…

(2) La gita di quinto superiore fu a Praga…

(3) pare che la traccia data ieri agli esami di maturità sia sbagliata…


lecturae Dantis…



Con riguardo agli esami di maturità in corso di svolgimento, leggo su Repubblica.it che:

“Argomento di Letteratura sarebbe l’undicesimo canto del Paradiso (versi 43-86), in cui San Tommaso narra a Dante la vita di San Francesco. In particolare, la traccia chiede al candidato di individuare nei versi le tre parti della ricostruzione dell’evento: l’ambiente geografico, la scena iniziale della dedizione di Francesco alla vita religiosa e l’effetto di trascinamento sugli altri. È richiesta, poi, una parafrasi distinta delle tre parti in non più di venti righe complessive.”
La tentazione è quella di pensare che, viste talune figure barbine in taluni reality autunnali, il Ministero abbia voluto restituire a Dante un minimo della sua dignità, dimostrando che non tutti i giovani d’oggi lo considerano un capo indiano.

Dante è sempre stato uno dei miei miti. Anche ai miei tempi una delle tracce lo riguardava, l’ho rinvenuta su Internet:

“Traendo spunto da un canto del Paradiso che è stato oggetto di lettura e di particolare approfondimento personale il candidato sviluppi i seguenti argomenti:

1) I presupposti religiosi della poesia dantesca.

2) L’impegno etico -politico di Dante.

3) Lo stile del Paradiso tra l’impossibilità di esprimere l’ineffabile e l’esigenza di aderire al linguaggio concreto dell’esperienza umana.”

Molti lo ritennero un errore ministeriale… Quale canto esprime contemporaneamente tutte e tre le tematiche in oggetto?

By the way, io il tema lo feci sulla traccia d’indirizzo, commentare una citazione di Epicuro sulla figura dello scienziato.


Proponiamolo a Mussi!

Nei giorni scorsi sono passato per diletto personale dal sito del Ministero dell’Università e della Ricerca scientifica e tecnologica. Ho letto un po’ velocemente le nuove denominazioni delle classi delle lauree di primo livello e delle lauree specialistiche, ora dette magistrali.

Positivo il fatto che l’elenco delle classi, in passato davvero eccessivo, sia adesso più breve.

Ma non riesco a capire, per un mio limite, per quale motivo debbano essere mantenute differenziazioni e sfumature non proprio indispensabili.

Tra le lauree di primo livello si fa distinzione tra “Lingue e culture moderne” e “Mediazione linguistica”. Ammettiamolo, c’è una diversità d’impostazione, le lauree della prima sono più orientate alle letterature e allo studio teorico, le seconde sono più applicative.

Rimane un discrimine, che non capisco, tra “Scienze politiche e delle relazioni internazionali” e “Scienze sociali per la cooperazione, lo sviluppo, la pace” (cosa impedisce ai laureati dell’una di invadere gli ambiti dell’altra? Non se ne potrebbe creare una sola in “Scienze politiche, delle Relazioni internazionali, della cooperazione”?). 

Tra le magistrali (ex specialistiche), una mi ha colpito per la denominazione: “Modellistica matematico – fisica per l’ingegneria”.

Quanto alle sfumature di cui sopra, mi sono anche chiesto:

  • §        Dove finisce l’ambito di studio delle lauree magistrali in “Scienze pedagogiche” e dove comincia quello delle lauree in “Programmazione e gestione dei servizi educativi”?
  • §        Dove finisce il campo d’indagine di “Architettura del paesaggio” e dove comincia quello di “Pianificazione territoriale, urbanistica e ambientale”?
  • §        A che serve una classe specifica in “E – learning e Media education”?
  • §        E una in “Teorie della comunicazione”? quali lauree dovrebbero essere così astratte da staccarsi da “Comunicazione pubblica, d’impresa e pubblicità” per confluire in essa?
  • §        Perché, piuttosto, non crearne una in “Comunicazione di massa”, ancora più specifica di “Spettacolo e produzione multimediale”?

 

Potreste rispondermi che andrebbe letto il bando integrale con cui tali classi sono state definite, dove si riflette sulla specificità d’indirizzo e sugli obiettivi formativi. E sia.

Ma chi ci garantisce che una laurea aperta da un’università seria in una classe ritenuta ad ampio raggio non sia comunque impostata meglio di un’altra, che formalmente appartiene a classe più specifica? E che una laurea magistrale che si vende come quanto di più specifico esista per un determinato ambito non sia in realtà più generica del dovuto?

Un’ultima riflessione. È stata mantenuta una classe delle lauree magistrali in “Lingue moderne per la Comunicazione internazionale e la cooperazione” (LM 38), in luogo della preesistente “Lingue per la Comunicazione internazionale” (all’epoca 43/S).

Evidentemente si è ritenuto necessario differenziare il campo d’indagine di queste lauree e gli obiettivi professionali da quelli delle classi “Lingue e letterature moderne europee ed americane”, “Lingue e letterature dell’Africa e dell’Asia”, “Relazioni internazionali”, “Comunicazione pubblica, d’impresa e della pubblicità” o “Scienze dell’interpretariato e della mediazione linguistica”.

Ma questo si riduce in una penalizzazione molto pesante, perché i laureati della LM 38 (ex 43/S), proprio per la peculiarità della loro classe di “afferenza” (prima e ultima volta che uso tale balordo termine, promesso), non possono accedere a nessuna cattedra di insegnamento, né fare concorsi di alcun tipo, nemmeno quello diplomatico, che pure è aperto a un numero discreto di lauree.

Se proprio dev’esser fatto un discrimine tra titoli, che questo non si ritorca anche sulla spendibilità lavorativa!


lauree di mia invenzione (3)

ebbene sì, oggi ci vuole la laurea anche per fare lo spazzino…

LAUREA IN SCIENZE DELLA NETTEZZA URBANA  (180 CFU)

PRIMO ANNO

Tecniche di raccolta dei rifiuti         

Chimica dei rifiuti             

Esercitazioni di annichilamento dell’olfatto

Cassonettologia  

Randagiologia     

Tecniche di contenimento del vomito

SECONDO ANNO

Tecniche di guida dei camioncini n.u.            

Fenomenologia della spazzatura     

Tecnologie della nettezza urbana

Topografia della spazzatura             

Eziologia del rifiuto           

TERZO ANNO

Microbiologia e sistemistica dei virus da cassonetto

Gestione informatica delle discariche            

Bidonistica           

Epidemiologia

Fognologia           

Diritti degli spazzini         

Tecniche di difesa dai balordi notturni

 PROVA FINALE (RACCOLTA DI SPAZZATURA  NEI LUOGHI PIÙ IMPENSATI)


lauree di mia invenzione (2)

leggere con accompagnamento di scacciapensieri e forte accento siciliano:

LAUREA IN SCIENZE DELLA MAFIA     (180 CFU)

PRIMO ANNO

Storia delle organizzazioni criminali            

Sociologia della ‘ndrina    

Semiologia dei linguaggi mafiosi

Economia del racket           

Sociologia dell’omertà    

Linguistica    mafiosa

Informatica minatoria       

Dialetto calabrese (con lettorati)     

SECONDO ANNO

Tecniche della collusione politica

Metodologia e tecniche della lupara               

Dialetto siciliano (con lettorati)      

Geografia del traffico di stupefacenti e armi

Teoria e tecniche dell’intimidazione              

Teorie e tecniche del riciclaggio del denaro sporco     

Sistemi criminali comparati

TERZO ANNO

Laboratorio di preparazione ordigni               

Esercitazioni con la lupara               

English for mafious management (esercitazioni con native speakers)

Antropologia della mafia   

Attentatistica       

Sistemi e tecniche della turbativa di appalti

Teorie e tecniche dell’eliminazione dei pentiti

Etica criminale    

PROVA FINALE (ESEMPIO CONCRETO DI ATTO CRIMINOSO)

Ovviamente si scherza! La prossima volta vedremo Scienze della nettezza urbana. A presto!


lauree di mia invenzione (1)

Tempo addietro, riflettendo sul dislivello che talvolta esiste tra formazione universitaria e cruda realtà, mi sono divertito ad elaborare i piani di studio di alcune lauree forse piú vicine alle coordinate del sistema.
Questa volta tratto di Scienze della disoccupazione (qualche maligno dice che già esiste, solo che la chiamano Scienze della comunicazione, io trovo ke il piano di studi sia diverso…).

LAUREA IN SCIENZE DELLA DISOCCUPAZIONE  (180 CFU)

PRIMO ANNO    

Economia della disoccupazione        

Tecniche elemosinistiche 

Passeggiatologia e struscistica

Laboratorio di stesura annunci        

Teorie e tecniche dell’accattonaggio               

Tecniche di scroccaggio ad abbienti

Fenomenologia dei concorsi pubblici  

SECONDO ANNO

Sistemi di lavaggio vetri ai semafori              

Drammaturgia applicata all’impietosimento di passanti

Teorie e tecniche della stesura a vuoto  di curricula    

Raccolta offerte fasulle      

Sistemi di contenimento della fame

TERZO ANNO

Strumenti informatici per disoccupati           

Tecniche d. Prostituzione (mutuato  da Scienze del sesso)      

Enigmistica

Teorie e t. Dell’iscrizione a oltranza all’uff .di collocamento

Barbonistica        

PROVA FINALE  (RICERCA FALLIMENTARE DI IMPIEGO)

È solo una giocosa provocazione, prendetela come vi pare. 
La prossima volta vedremo Scienze della mafia. Non mancate!

Che ve ne farete del mio latinorum?

Pare che la pronuncia del latino che c’hanno fatto studiare a scuola, la cosiddetta pronuncia “cattolica” sia erronea, per tutta una serie di motivi. Per esempio non era possibile, anche a rigor di logica, che parole come dux, ducis avessero la c velare al nominativo e palatale al genitivo. Non si pronunciava dux, ducis, ma dux dukis. Perplessità ci sono anche sul famoso dittongo -ae e su altre strutture. Tale sarebbe la cd pronuncia “skientifica“. Altri affermano salomonicamente che tanto la pronuncia effettiva degli antichi romani non la conosceremo mai lo stesso (so di gente che è stata umiliata anche in sede universitaria per aver usato la skientifica).
Io sono uscito dal classico oltre undici anni fa, mi tiro indietro. I latinisti in ascolto, invece, cosa ne pensano?

tre modeste proposte

 Utilizzo questo post per formulare tre proposte ai sigg. ministri della Pubblica Istruzione e dell’Università:

  

  1. all’onorevole Mussi, responsabile del Dicastero dell’Università e della Ricerca scientifica e tecnologica vorrei chiedere per quale motivo non viene abolito il divieto di contemporanea iscrizione; è scontato il rispetto delle propedeuticità tra primo e secondo livello, ma per quale motivo, ad esempio, un ragazzo che voglia specializzarsi dopo la laurea deve necessariamente scegliere tra Dottorato e Scuola di abilitazione all’insegnamento? Per quale motivo un ragazzo appena uscito dalle superiori non può iscriversi contemporaneamente a Lettere e a Giurisprudenza, per poter tastare in modo consapevole quale dei due corsi gli è più vicino?
  2. all’onorevole Fioroni, rsponsabile del Dicastero della Pubblica Istruzione, vorrei chiedere per quale motivo non si introduce nella secondaria superiore lo studio delle lingue orientali. Ci pensate con quale forma mentis uscirebbe un ragazzo del liceo linguistico che avesse studiato per cinque anni, inglese, spagnolo e, ad esempio, cinese? Sarebbe senz’altro in  grado di decodificare la complessa società della globalizzazione con maggiore elasticità mentale! 
  3.  ancora al minstro Fioroni vorrei proporre di ridistribuire le ore di Storia dell’arte al Classico (o a quello che ne rimarrà dopo le riforme), facendo due ore al primo anno e una nei successivi. Questo consentirebbe ai professori di Storia dell’arte di trattare i medesimi periodi storici che i ragazzi studiano in Italiano, Storia e Filosofia! (Oddio, si potrebbe pure cominciare la storia dell’arte  in quinto ginnasio…) 

orrore!

Ricordate quei 30.000 professori di religione che il vekkio ministro Moratti aveva messo in regola senza che, in tutta skiettezza, se ne sentisse la mancanza?

Ebbene, so da fonte certa che i medesimi potranno chiedere anke il cambio di ruolo e andare a insegnare a tempo indeterminato Storia e Filosofia alla faccia dei laureati in Storia, Filosofia e simili che magari avevano fatto anche la scuola di abilitazione all’insegnamento!